Axe Italia

Axé è Arteducazione

Il  24 e  il 25 ottobre  ci sono stati due  eventi importanti organizzati da Axé Italia a Firenze e a Pelago, per  accogliere Cesare de Florio La Rocca, ideatore e fondatore di Projeto  Axé,  e  Marcos  Candido,  psicanalista e direttore dell’area Arteducazione di  Axé, che tornavano in Toscana, terra natia di Cesare, per consolidare il gemellaggio iniziato nel duemila tra Firenze e Salvador di Bahia (Brasile).

Axé torna in Toscana – 2018

Giovedì 25 ottobre a Firenze, nella Sala degli Specchi di Palazzo Medici Riccardi, Cesare e Marcos hanno incontrato l’assessore Sara Funaro e il Presidente della Fondazione Meyer Giampaolo Donzelli che nel 2017 avevano accompagnato il sindaco Dario Nardella in visita ufficiale a Salvador di Bahia per “riallacciare e ingrandire i rapporti con questa bella realtà fondata e guidata da La Rocca“.

All’incontro, patrocinato da Comune di Firenze, hanno partecipato anche Sally Innocenti e Rocco Fava, presidente e  direttore esecutivo di Axé Italia e la cantautrice Anna Lorio. Era anche presente Fiorella Mannoia, da sempre vicina a progetto Axé, di cui è testimonial italiana da più di 10 anni.

Il clou dell’incontro “Da  Firenze a Salvador di Bahia:  Progetto Axé” è stato il momento in cui i vari partecipanti hanno raccontato l’attività dell’organizzazione che in 28 anni è riuscita a recuperare più di 27.000 bambini, adolescenti e giovani con un innovativo approccio pedagogico, oggi sempre più conosciuto anche in Italia grazie al lavoro di disseminazione che da diversi anni Axé Italia sta portando avanti.

Ascoltare le varie testimonianze e i diversi punti di vista sul progetto Axé – arricchiti da foto e video – ha emozionato il pubblico.

A conclusione della serata il Presidente Donzelli ha rivolto a un gruppo di educandi/artisti di Axé l’invito a realizzare un loro spettacolo il prossimo 21 marzo, primo giorno di primavera, in occasione della festa annuale del Meyer di Firenze, “ospedale dei bambini” noto in tutto il mondo.

Fiorella Mannoia, riguardando il video del 2012 in cui si esibiva con i ragazzi di Axé in una delle tappe del Tour Sud, si è commossa. Ha dichiarato che quell’esperienza, condivisa con Axé Italia e dedicata a tutti i popoli del Sud del mondo, è stata la più importanti e coinvolgenti della sua intera carriera artistica.

Il giorno prima, alla Casa del Popolo di Pelago, la presidente di Axé Italia Sally Innocenti ha riunito più di 80 persone per una cena di solidarietà, a cui ha partecipato anche il Sindaco Zucchini, durante la quale sono stati raccolti fondi anche attraverso la vendita di  prodotti della collezione sostenibile progettata e realizzata da Moda Axè, portati direttamente dal Brasile.

La serata si è aperta con il saluto di Sally  che, raccontando di come 15 anni or sono ha scoperto Progetto Axé, ha condiviso e trasmesso ai partecipanti la passione e le ragioni che la spingono a dedicarsi ad Axé Italia. Durante la cena, ricca di tipici piatti toscani, saporiti e abbondanti, mentre scorrevano immagini dell’ultimo video di Alok e di Um dia em Axé (video realizzato dal regista e fotografo Vittorio Moroni).  si sono intervallati gli interventi di Marcos,  di Cesare e di Rocco  che hanno dato una panoramica delle storia e delle azioni di Axé in Brasile e in Italia.

Emilia Manunta, consigliera storica di Axé Italia era presente all’evento insieme al marito professor Guido Clemente (Presidente Onorario di Axé Italia) e ci ha lasciato questa testimonianza:

“Rocco raccontava di quando Axé Brasile stava iniziando i suoi primi passi e di come un episodio  in particolare, tra i  tanti, avesse segnato una  svolta nelle dinamiche del Projeto, confermando come la Pedagogia del Desiderio sia la miglior spinta  per proporre ai “ragazzi di strada” un cambiamento  di vita. Anche se avevo sentito Cesare ricordare più  volte quell’episodio, le parole di Rocco mi hanno emozionato come la prima volta. Si trattava della storia di una bambina, Monique, che aveva dichiarato agli educatori di non avere niente da perdere, e che in poco tempo aveva assistito, emozionata, ad uno spettacolo di danza nel  teatro Casto Álves di Salvador frequentato dalla borghesia ricca, e aveva espresso il  desiderio, e la convinzione, che anche lei avrebbe potuto, un giorno, ballare lì.

Affiorò alla mia memoria il primo incontro con i ragazzi a Salvador. Cesare aveva  organizzato per noi, piccola delegazione di Italiani, uno spettacolino di canto e musica  fatto dai ragazzi della scuola di musica che avevano delle voci veramente melodiose e  intense. Ricordo che dietro di noi come in una specie di loggione si accalcava un numeroso  gruppo di bambini e ragazzi, si sentiva un fitto chiacchiericcio, ma quando Cesare ha detto “silenzio!“  improvvisamente è calato il silenzio. Ho pensato a come avessero fatto a educare così bene tutti questi  bambini che vivevano per le strade senza regole, anzi infrangendole per sopravvivere.

Mentre Marcos parlava  della situazione di migliaia di bambini che oggi vivono in strada e di quanti educatori occorrono per raggiungerli,  i miei pensieri andavano ai tanti episodi che avevano colpito sia me che mio marito, tanto da spingerci a portare  in Italia il Progetto Axé, sperando che l’ArtEducazione e la Pedagogia del Desiderio si diffondessero e potessero attecchire  anche in Italia come Cesare desiderava. Mio marito accompagnava un folto gruppo di ragazzi che, insieme ad alcuni educatori, avevano  preso l’aereo a Rio de Janeiro. Venivano in Italia per fare degli spettacoli di danza e musica. Il personale dell’aereo era preoccupato  che i ragazzi potessero disturbare i viaggiatori durante il lungo viaggio intercontinentale, ma i ragazzi sono stati talmente educati che alla fine hanno ricevuto  i complimenti delle hostess.

Mentre Cesare parlava di come sia importante dare la migliore educazione ai più poveri per riaccendere in loro il Desiderio, ricordavo le prestazioni altamente professionali durante gli spettacoli, i loro corpi muoversi armoniosi e possenti nella danza e nella capoeira,  mentre i musicisti suonavano dando il ritmo. E ricordo i salti di quel ballerino che è stato ammesso a far parte del corpo di ballo del Bolshoi, i gorgheggi  melodiosi di Silvane. La serietà e professionalità dei ragazzi dell’Axé si manifestava  anche in piccoli avvenimenti  come quando, a Firenze, dovendo  caricare sul pulmann i numerosi e voluminosi  arredi per lo spettacolo, ogni ragazzo aveva, e  portava a termine, il proprio compito silenziosamente, senza che ci fosse uno screzio fra loro o che gli educatori dovessero  intervenire.

Vorrei anche ricordare un’altra cosa che mi aveva colpito – e  ancora  mi colpisce –  dell’ottimo lavoro degli educatori: il comportamento di ragazze e ragazzi a tavola – durante i pasti – tanto nell’immensa mensa del Pelourinho di Salvador con centinaia di bambini  e ragazzi, quanto durante il viaggio in Italia nei vari ristoranti. Proprio nel nostro ultimo giorno a Napoli il cuoco ha voluto manifestare il suo apprezzamento con una magnifica torta  a sorpresa, per il comportamento tenuto dai ragazzi a tavola e nella struttura messa a nostra  disposizione per una settimana. Come ho potuto capire l’appartenenza all’Axé era allora per questi  bambini e ragazzi la cosa più importante della loro vita.

Spero che Axé Italia possa diventare altrettanto  importante per i bambini e ragazzi disadattati del nostro paese!