Axe Italia

Axé è Arteducazione

Un testo che raccoglie le riflessioni del percorso di Analisi e Revisione della Pratica condotto dai formatori di Axé e dell’Università di Torino all’interno del Progetto Doors. Un viaggio a tappe mosso dal desiderio di dialogo e di riflessione critica per costruire una comunità educante in formazione permanente.

Proteggere i diritti degli adolescenti contrastando il fenomeno della povertà educativa

e-Book – Di tutta questa bellezza, cosa ce ne facciamo?

Da Torino sino allo stretto di Messina (Villa San Giovanni) passando per Milano, Roma e Fabriano. Sono questi i cinque territori dove per tre anni il progetto DOORS – Porte aperte al Desiderio come OppOrtunità di Rigenerazione Sociale ha lavorato, coinvolgendo 28 partner, con l’obiettivo di attivare processi trasformativi e di rigenerazione sociale per contrastare fenomeni di povertà educativa.

Uno dei tanti risultati di Doors è proprio questo volumetto. Scaricabile o sfogliabile in versione on-line a fondo pagina, intende lasciare traccia di una serie di incontri e riflessioni che possono rivelarsi preziosi per tutti colori che – addetti ai lavori e non –  sentono l’urgenza del problema educativo italiano.

Il progetto Doors ha adottato come cornice teorica di riferimento la Pedagogia del Desiderio portando gli operatori e le operatrici a concepire il loro lavoro non volto unicamente a dare risposta a dei bisogni, ma soprattutto a porre domande e realizzare così pratiche arteducative capaci di stimolare l’emersione di desideri, speranze, sogni e aspirazioni.

All’interno di Doors, le organizzazioni hanno realizzato numerose attività e laboratori dentro e fuori la scuola per dare sostegno a ragazze e ragazzi sotto diversi punti di vista.

Seguendo uno dei cardini del metodo Axé, tutti gli operatori impegnati in Doors sono stati inseriti in un processo di formazione continua e permanente. Dopo un primo ciclo di appuntamenti formativi nazionali nel primo anno il percorso è proseguito con incontri di analisi e revisione della pratica nel secondo e terzo.

L’idea è stata quella di creare uno spazio di confronto tra operatori per ritagliarsi momenti di “tempo sospeso” dedicati al dialogo, all’ascolto e alle emozioni.

Il percorso di Analisi e Revisione della Pratica è stato realizzato da Progetto Axé Italia in collaborazione con  l’Università di Torino (UniTo) ed ha portato operatrici ed operatori a confrontarsi su diverse problematiche emerse nel corso del progetto.

Nel metodo Axé, educatori ed educatrici, in quanto anche loro soggetti di desiderio, devono lavorare costantemente sul proprio desiderio. L’analisi della pratica non è unicamente un momento di confronto sulle tecniche utilizzate, ma anche uno spazio di analisi critica volto alla riscoperta del proprio desiderio nella relazione con altri soggetti con i quali si condividono paure, timori, gioie e soddisfazioni.

Attraverso la condivisione di questi momenti, la comunità di partner di Doors è divenuta una comunità desiderante. Le riflessioni attorno alle esperienze, ai punti di vista, alle pratiche e metodologie di ogni organizzazione si sono intrecciate in direzione di un’orizzonte comune, lasciando emergere una tensione utopica collettiva.

Il concetto di utopia come orizzonte verso il quale tendere –  concepito non come chimera ma come una progettualità che può diventare realtà attraverso l’impegno e il lavoro collettivo –  è stato il filo rosso che ha legato tutti gli incontri.

“Dobbiamo essere dei sognatori con i piedi per terra, capaci di credere che le utopie non siano qualcosa di impossibile ma al contrario qualcosa che può venire all’esistenza grazie al nostro lavoro, sacrificio e impegno”. Cesare de Florio La Rocca

Guardare la realtà non solo per quello che è ma anche, attraverso un atto di immaginazione e speranza, per quello che potrebbe e desideriamo possa diventare.

Tutti i partecipanti si sono sentiti provocati e stimolati da questa prospettiva di lavoro che ha le sue radici nel concetto di inedito viavelinedito possibile – teorizzato da Paulo Freire e a cui Cesare faceva continuo riferimento.

Al termine del percorso, in ragione della ricchezza dei contenuti emersi durante gli incontri, l’equipe di Axé Italia ha elaborato un testo che ne raccoglie e sintetizza parole, immagini e pensieri. Una raccolta che si sforza di mostrare il procedere della ricerca riportando la dimensione dialogica e comunitaria in cui ha avuto luogo.

Un lavoro che ha spinto i partecipanti fino ad una soglia – la stessa che in forma interrogativa fa da titolo – ponendo all’intero gruppo il problema di come non disperdere e continuare quanto iniziato.

Ripresa e approfondita anche nelle conclusioni da Davide Caselli, la soglia è quel luogo di confine che ben rappresenta il lavoro educativo, e fa dell’educatore stesso un Giano bifronte che volge lo sguardo contemporaneamente verso il passato e verso il futuro.

Come racconta l’educatrice Roberta durante il V incontro, educare è sempre un equilibrio sta lo stare dentro e lo stare fuori: si tratta di aprire porte e creare nuove dimensioni che siano un terzo spazio tra il sé e l’alterità.

“Di tutta questa bellezza, cosa ce ne facciamo” è un utile strumento di lavoro per educatrici ed educatori. Leggendolo vi si possono trovare elementi pratici e teorici utili per possibili interventi educativi volti a realizzare progetti trasformativi e innovativi in spazi educativi di comunità.

Il testo si apre con una breve introduzione alla quale seguono sette capitoli così strutturati:

  • I e II incontro (pp. 7-13): 1. Il rapporto e la collaborazione con la scuola come istituzione; 2. Il lavoro a scuola nelle classi e con i ragazzi/e.

L’analisi del mondo della scuola ha impegnato il gruppo di lavoro nei primi due incontri, portandolo ad individuare tanto le migliori strategie per un rapporto ed una collaborazione produttive e istituzionale con la scuola quanto quali pratiche arteducative realizzare al suo interno e come farlo. La Casa del quartiere di San Salvario a Torino e lo Spazio arteducazione Milano sono stati i partner che hanno aperto i due incontri mostrando quanto sia delicata e imprescindibile la costruzione di un’alleanza, a tutti i livelli, con la scuola e il personale scolastico.

  • III e IV incontro (pp. 14-24): 3. Desiderio e Covid; 4. Desiderare in nuovi spazi.

Il perdurare delle limitazioni causate dalla pandemia ha portato il gruppo a dedicare il terzo e quarto incontro a ripensare le dimensioni del desiderio, del corpo e dello spazio. Progetto Axé Italia e il Cies Onlus sono stati i partner che hanno condotto l’apertura di questi due incontri. Nel primo, attraverso un affondo teorico, è stato chiarito in che termini la dimensione del desiderio si differenzi da quella del bisogno; nel secondo, le testimonianze degli educatori ed educatrici hanno evidenziato le difficoltà nel mantenere viva la relazione educativa in tempo di Covid, permettendo così all’intero gruppo di riflettere e ricercare pratiche e soluzioni da promuovere e adottare.

  • V e VI incontro (pp. 25-36): 5. La pedagogia del desiderio applicata ai linguaggi non artistici; 6. Ascoltare e accogliere con il territorio in cui si lavora.

Il quinto e sesto incontro hanno portato il gruppo ad approfondire alcuni aspetti della Pedagogia del Desiderio per far sì che il suo valore non fosse concepito e limitato alle sole attività arteducative condotte nei laboratori. Con la condivisione del lavoro del PDP di Fabriano e di Asinitas di Roma, i due incontri hanno permesso al gruppo di lasciare che la pedagogia del Desiderio emergesse con tutta la sua forza come un approccio educativo integrato capace di dialogare con le nuove tecnologie e di intervenire nella definizione delle strategie e modalità per costruire una relazione di fiducia con le famiglie e il territorio, salvaguardando la loro autonomia, ricchezza e diversità.

  • VII incontro (pp. 37-39): 7. Quale prospettiva politica per la pedagogia del desiderio?

L’ultimo incontro ha visto la partecipazione, in collegamento da Salvador di Bahia, di Marcos Antonio Candido Carvalho, padre della Pedagogia del Desiderio e direttore dell’Area arteducativa di Axé Brasile. Il suo intervento ha approfondito la relazione tra diritto e desiderio, mostrando come nella prospettiva della Pedagogia del Desiderio, ogni intervento educativo sia sempre un atto trasformativo e quindi politico. L’incontro si è concluso con molteplici dichiarazioni da parte dei partecipanti i quali hanno voluto manifestare la loro volontà di continuare questo percorso di formazione, analisi e revisione della pratica, aprendo alla possibilità di creare un forum/movimento che possa dare continuità al lavoro di ricerca avviato da Doors, coinvolgendo nuovi soggetti e territori.


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