Axe Italia

Axé è Arteducazione

I formatori di Axé Italia sono stati a Napoli da venerdì 7 febbraio a lunedì 11 per un ciclo di incontri formativi rivolto ad esperti del settore ed al gruppo di educandi di teatro seguiti da Maestri di Strada. L’energia che si è sprigionata è stata tanta.

Percorso di formazione sulla Pedagogia del Desiderio e l'Arteducazione

“La strada Maestra” Formazione per il progetto A-scetate – 2020

Un’altra tappa del progetto A-scetate si è appena conclusa. E questa volta è stata la voce la vera protagonista!

La Strada Maestra è il titolo del primo incontro che ha portato Rocco Fava e Anna Iorio, formatori ed arteducatori di Axé Italia, ad incontrare un gruppo di operatori che in due giornate di formazione hanno partecipato ad un percorso di approfondimento incentrato sulla Pedagogia del Desiderio e l’Arteducazione.

I partecipanti sono all’interno di un percorso volto ad acquisire nuovi approcci da poter reinventare nei loro contesti educativi; molti di loro hanno aderito all’iniziativa partecipando alle selezioni attraverso il bando pubblico A-SCETATE. L’ARTE è EDUCAZIONE promosso da Maestri di Strada, Trerrote e Axé Italia.

Il gruppo composto da insegnanti, educatori, studenti ed artisti ha partecipato ad una ricerca-azione che partendo dal tema della strada, concepita come un luogo di scoperta, li ha condotti a mettersi in cammino per interrogare il proprio desiderio.

La nostra arteducatrice ha stimolato il gruppo con un lavoro volto a far esperienza attraverso il corpo e la voce.

“È impossibile stimolare il desiderio degli educandi se gli educatori stessi non si riscoprono soggetti desideranti.” Questo il tema posto da Rocco come traccia per i lavori della  prima giornata che si è svolta nell’aula di musica della scuola Enrico Toti nel quartiere di Ponticelli a Napoli.

Ogni partecipante ha costruito la sua corona come simbolo del proprio valore e ha poi mostrato al gruppo la sua capacità di indossarla, sorreggerla e darle voce. La capacità di sentire la propria autorevolezza, non come sfoggio vacuo di autorità ma come consapevolezza del proprio ruolo e della propria responsabilità educativa, ha portato ogni partecipante a incontrare a turno lo sguardo degli altri.

È stata una fase del lavoro fatta anche da lunghi silenzi nei quali ognuno ha dovuto immergersi ed imparare a stare, per dare forma ad un incontro nuovo fatto di sguardi rumorosi, di corpi erranti e di desideri nascosti.

Successivamente i formatori hanno chiesto che ognuno anonimamente scrivesse su un foglio di carta la propria vocazione, o meglio, Anna e Rocco hanno invitato tutti ad esplicitare che cosa se ne vogliono fare del proprio valore, e dunque della propria corona.

La giornata di sabato si è svolta nella bellissima sala cinema del Ex asilo Filangeri situato nel cuore del centro storico di Napoli.

Dopo alcuni minuti di riscaldamento, il gruppo si è immerso in un approfondimento teorica sui principi epistemologici della Pedagogia del Desiderio. Rocco ha fatto riferimento al pensiero di Paulo Freire, di Cesare de Florio La Rocca, di Marcos Candido Carvalho facendo continui richiami all’esperienza sul campo di Projeto Axé Brasile, anche attraverso la proiezione del documentario “Arteducazione. Il cammino della cittadinanza“.

Gli stimoli provenienti dalla riflessione teorica sono stati tanti e così, quasi anticipando il lavoro che si sarebbe dovuto svolgere nella seconda parte della giornata, i partecipanti hanno sentito il bisogno di intervenire ed esternare le difficoltà che incontrano quotidianamente nel loro lavoro; in sintesi a tirare fuori “le patate bollenti”.

Questo insieme di conflitti sono stati raccolti da Anna che, una volta terminato il confronto, ha diviso i partecipanti in due squadre per far vivere loro un’esperienza diretta proprio di quei conflitti che avevano appena esplicitato. A turno, le due squadre hanno dovuto rappresenta da un lato la tradizione/status quo e dall’altro l’innovazione/cambiamento.

I rappresentati del cambiamento si sono sempre dimostrati più deboli, insicuri e disuniti di fronte la forza e la compattezza della tradizione.

Il gioco ha lasciato emergere quanto sia necessario creare una coesione fondata sulla strategia per poter permeare uno spazio chiuso nella tradizione e forte nell’abitudine, troppo spesso imbrigliato in un proceduralismo incapace di aprirsi al rinnovamento. Tutto ciò ribadisce quanto sia difficile e faticoso farsi promotori del nuovo e dell’inedito soprattutto quando ci si confronta con le istituzioni e/o i suoi rappresentanti.

Tuttavia l’esperienza della “patata bollente” ha permesso di lasciar emergere l’istanza politico-trasformativa dell’azione educativa che se da un lato deve esser capace di sostenere la lotta dall’altra non può e non deve mai rinunciare all’arte del dialogo.

Nel pomeriggio è stata l’esperienza del “Il risveglio della voce” a coinvolgere i partecipanti i quali, cantando alcune strofe di una canzone da loro scelta, hanno avuto il coraggio di mostrarsi.

Attraverso una analisi vocale e corporea Anna ha individuato alcuni meccanismi di difesa che investono il soggetto quando si trova ad esprimere il proprio desiderio. Lasciando che il soggetto stesso vivesse e raccontasse la sua esperienza, il gruppo osservava e partecipava.

Come accade nella prassi educativa in cui il desiderio dell’educatore agisce come leva per far tornare a desiderare l’educando, così durante la formazione il desiderio del gruppo (e di Anna che lo accompagnava) è stato capace di incontrare il desiderio di ogni soggetto che si trovava a cantare.

L’esercizio/esperienza è stato molto intenso è ha mostrato in tutti i casi una progressiva trasformazione di ogni singola “performance” ed anche la forte emozione di chi viveva in prima persona quel processo di cambiamento e apertura.

Il lunedì pomeriggio gli arteducatori di Axé Italia hanno incontrato per alcune ore i giovani ragazzi dei Laboratorio territoriale di Teatro dei Maestri di Strada, che facevano ritorno per la prima volta al Centro Asterix a distanza di alcune settimane dall’importante esibizione al Teatro Bellini di Napoli.

Con il sostegno degli educatori di Maestri di Strada, Anna e Rocco hanno interagito con i ragazzi attraverso il corpo e la voce. Unendo la tradizione musicale napoletana con i ritmi di Salvador Bahia, l’incontro ha dato vita ad una strada immaginaria che unisce i sud del mondo e i giovani di tutte le periferie.

I ragazzi che frequentano i Laboratori dei Maestri di Strada si sono lasciati progressivamente coinvolgere, esibendosi sotto lo sguardo attento dei loro compagni e degli arteducatori.

Anche in questo caso Anna, attraverso una delicata analisi vocale e corporea e accompagnandosi con la musica della chitarra, ha stimolato gli educandi ad abbandonarsi al canto lasciando emergere il loro desiderio di mostrarsi.

Alcuni di loro hanno dimostrato notevoli capacità e una forte passione per la musica.

Tutti però, anche se a livelli diversi, sono stati capaci di instaurare con loro stessi e con chi li osservava una relazione di bellezza palpabile non solo dal silenzio e dall’attenzione che suscitava l’esercitazione canora ma anche dal piacere che essa generava in chi la produceva e in chi l’ascoltava.

Rocco ha ringraziato i ragazzi per il tempo e il lavoro fatto insieme, ricordando quanto ognuno di loro sia capace, non solo di essere fruitore di bellezza ma anche un suo produttore, come hanno dimostrato e condiviso attraverso il loro canto. L’invito agli educandi è stato proprio questo:” Oggi dopo questa esperienza vissuta insieme, mentre tornate a casa, ricordatevi che siete artefici e produttori di bellezza.”.

Prima di salutarsi, la sessione di lavoro è stata conclusa con un’improvvisazione canora guidata dagli arteducatori Anna Iorio e Irvin Vairetti in cui gli educandi hanno espresso il loro desiderio e la capacità dell’arte e della bellezza di creare comunità.

 

Il progetto è sostenuto da: