Emergenza Coronavirus – Brasile
Contesto Tutto il Brasile sta vivendo una fase sempre più critica causata dall’emergenza per la diffusione del Covid-19 a cui si aggiunge l’acuirsi di una pericola crisi politica in parte […]
Per saperne di più…ArtEducazione: una sola parola, senza ‘trattini’. Questa l’idea alla base dell’azione di Axé, rinomata in campo internazionale — un’azione strutturale e non emergenziale, ispirata al pensiero di Paulo Freire e alla sua “educazione alla libertà”. Da qui nasce la Pedagogia del Desiderio, scoperta e teorizzata da Marcos Antonio Candido Carvalho, adottata e promossa da Projeto Axé Brasil, che ne condivide la proprietà intellettuale con Axé Italia.
Contesto Tutto il Brasile sta vivendo una fase sempre più critica causata dall’emergenza per la diffusione del Covid-19 a cui si aggiunge l’acuirsi di una pericola crisi politica in parte […]
Per saperne di più…Soul Food – La migliore alimentazione per i più poveri Il contesto Bahia è lo stato brasiliano in cui la miseria ha avuto la crescita più rapida negli ultimi quattro […]
Per saperne di più…Bahia è lo stato brasiliano in cui la miseria ha avuto la crescita più rapida negli ultimi quattro anni. Secondo un’indagine condotta dalla società di consulenza Tendências, pubblicata da Valor Econômico, la proporzione delle famiglie in condizione di miseria è raddoppiata in quattro anni, dal 4,8% nel 2014 al 9,8% nel 2017. Quindi, lo stato, che ha la popolazione più numerosa del Nord-est ed è il quarto più grande dell’intero Brasile, è passato dalla dodicesima alla terza posizione nella classifica.
A Bahia, il 60,8% (più di 2 milioni) dei 3,4 milioni di bambini di età compresa tra 0 e 14 vivono in condizioni di povertà – classificati da reddito pro capite fino a metà di un salario minimo – secondo lo studio “Cenário da Infância e Adolescência no Brasil 2018,” pubblicato da Fundação Abrinq.
Nella vita di strada i bambini sono sottoposti ad atroci sofferenze, vittime di innumerevoli umiliazioni e brutalità quali la fame, l’abuso sessuale, la violenza criminale, la mancanza di igiene, ecc. A ciò si aggiunge la vulnerabilità a diverse malattie e una situazione di perenne invisibilità o visibilità negativa.
Il problema della denutrizione è ben noto e costituisce un grave impedimento alla crescita psicofisico di questi ragazzi.
La fame, la maggior parte delle volte, li trasforma in ostaggi di persone senza scrupoli, che utilizzano il cibo come moneta di scambio per favori sessuali, o come “ponte” per la vendita di droga.
Anche la violenza, spesso dovuta allo spaccio o al consumo di droghe, è una piaga tristemente famosa: Salvador è tra le città più pericolosa del Brasile con ben 20 omicidi alla settimana tra i giovani (Mapa da Violência 2015: Anatomia dos Homicidios no Brasil).
Progetto Axé lavora da 28 anni per difendere i diritti dei bambini, giovani e adolescenti che popolano le strade di Salvador. Il presente progetto è dunque rivolto alla difesa e alla protezione di questi soggetti abbandonati, sfruttati e privati della capacità di sognare e desiderare.
Il progetto inizia il 1 novembre 2019 e terminerà il 31 Ottobre 2020 vuole migliorare la qualità della vita dei bambini, adolescenti e giovani accolti da Centro Projeto Axé, garantendo loro la nutrizione quotidiana ( 3 pasti), e promuovendo una trasformazione delle abitudini alimentari attraverso attività di sensibilizzazione rispetto all’importanza di un’alimentazione corretta anche coinvolgendo le loro famiglie in questo percorso formativo.
Questo progetto si inserisce in un lavoro più ampio di difesa e cura dei minori che Projeto Axé conduce con tenacia e successo da 29 anni.
Il progetto, in parte già coperto finanziariamente dal Governo dello stato di Bahia e strettamente connesso ad altri due progetti gestiti da Axé Italia e finanziati dalla CEI – Conferenza Episcopale Italiana e da Fondazione San Zeno, vuole porsi come ampliamento e rafforzamento delle attività di Projeto Axé con una evidente ricaduta non solo sui 400 educandi e le loro famigli ma sull’intera popolazione locale di Salvador attraverso un effetto moltiplicatore.
Migliorare la qualità della vita dei bambini, adolescenti e giovani accolti da Centro Projeto Axé, garantendo loro la nutrizione quotidiana, e promuovendo una trasformazione delle abitudini alimentari attraverso attività di sensibilizzazione rispetto all’importanza di un’alimentazione corretta coinvolgendo in questo processo formativo anche con le loro famiglie.
Il progetto, circoscritto ad un intervento educativo-alimentare, si inserisce all’interno di una più ampia azione di difesa dei diritti dei minori che projeto Axé conduce da 29, con il risultato di aver tolto dalla strada più di 27.000 bambini, adolescenti e giovani.
Projeto Axé ha da sempre rifiutato un lavoro assistenziale con i suoi educandi, lavorando invece con la Pedagogia del Desiderio e l’arteducazione come metodologie e pratiche educative volte a stimolare il reinserimento famigliare e scolastico attraverso un percorso di crescita personale attraverso l’Arte.
Soddisfare il fabbisogno primario di una alimentazione sana e nutriente per dei soggetti in crescita si mostra come un prerequisito fondamentale per una crescita psicofisica ed esistenziale.
Il Progetto Soul Food è interamente realizzato con il sostegno di:
Per la realizzazione di questo Progetto saranno coinvolte tutte le energie e strutture di Projeto Axé: dalla fase di intervento in strada fino al percorso di professionalizzazione per i soggetti più adulti. Tutte le unità dell’Axé parteciperanno, solo così infatti questo Progetto non sarà un elemento accessorio ma costituirà l’ispirazione caratterizzante posta a fondamento dell’intero programma di Projeto Axé.
Per saperne di più…La cultura e tradizione del popolo brasiliano, fortemente vincolata ai valori familiari, ha conosciuto una graduale perdita di forza e di riferimenti.
Il progetto Familíaxé – Un progetto politico pedagogico per il rafforzamento delle famiglie degli educandi/educande si fonda sulla constatazione della crescente disgregazione della famiglia brasiliana, dello svuotamento dei valori su cui essa poggia e della conseguente e continua deresponsabilizzazione dei soggetti che dovrebbero comporla e salvaguardarla. È stato costruito per la durata di 3 anni, le sue azioni si svolgono nella città di Salvador di Bahia-Brasile a opera di Centro Projeto Axé de Defesa e Proteção a crianća e ao Adolescente e i soggetti beneficiari sono 400 donne e 212 educandi di Axé..
La disgregazione della famiglia e lo svuotamento dei valori di cui essa è depositaria comportano conseguenze sociali drammatiche che si ripercuotono sopratutto sul segmento più fragile e bisognoso della società: i bambini, adolescenti e giovani. Si registra, tra le cause principali di questo complesso fenomeno, il crescere di una mentalità maschilista che determina da parte dell’uomo l’abbandono della compagna e l’allontanamento dall’intero nucleo famigliare. Ne risulta una condizione di solitudine per la donna la quale si trova sola a portare il peso e la responsabilità della famiglia, a cominciare dai figli, risultando la sola figura forte su cui pesano per intero compiti e funzioni materiali e affettive: una vera e propria donna-famiglia.
Il progetto Familíaxé intende implementare e rafforzare una azione di tutela della donna – e più in generale della famiglia – attraverso un lavoro volto a stimolare la crescita della consapevolezza dell’importanza del ruolo e del valore sociale che queste donne ricoprono, fornendo loro strumenti e conoscenze che consentano di svolgere con più cognizione e competenza il loro ruolo di madri e di assi portanti di tutto il nucleo familiare.
Il progetto mira anche ad agire sugli educandi maschi di Projeto Axé – di età compresa tra i 18 e i 25 anni – attraverso un percorso formativo volto ad offrire loro le conoscenze, gli strumenti e le esperienze per rompere il circolo vizioso dell’abbandono familiare maschile. Sono loro infatti la nuova generazione che, dovutamente educata e formata, dovrà affiancare la donna nella ricomposizione e rinascita della famiglia brasiliana.
Contribuire al superamento del processo demolitorio dei valori della famiglia brasiliana attraverso un lavoro socio-politico-pedagogico di formazione di conoscenze e della cittadinanza della famiglia.
L’ausilio per la mobilità-Borse di studio è un’opportunità per creare e incentivare una cultura di sviluppo economico personale, capace di dare la possibilità a soggetti poveri di avere una piccola risorsa finanziaria che gli permetta di investire in loro stessi seguendo la traiettoria del loro desiderio di trasformazione, gestendo in autonomia la piccola risorsa destina a sostenere le spese di trasporto.
Tale supporto economico comporta anche un movimento sociale: infatti, attraverso un ritorno nella comunità e un percorso formativo volti alla scoperta personale e all’esercizio della cittadinanza, i giovani e le donne beneficiari dell’Ausilio Mobilità potranno uscire da una condizione d’invisibilità e miseria, percepite come irreversibili, e riconoscersi come centri di decisione e cambiamento capaci di scegliere, desiderare e costruire il loro futuro. Esistono regole per ricevere l’AusilioMobilità-Borsa di Studio che dipendono dalla frequenza: gli educandi che hanno più di 3 assenze, non possono ricevere la borsa di studio.
L’ausilio mensile-borsa di studio è di fondamentale importanza per le donne-famiglie coinvolte nel processo. Infatti, grazie a questo supporto, non dovranno cercare fonti illegali per il proprio sostentamento, né sarebbero costrette a rendere ancora più grave abbandono dei figli.
i corsi di formazione per le donne, l’Ausilio Mensile-borsa di studio per le famiglie-donne e l’Ausilio Mobilità per le donne e gli educandi fuggono da qualsiasi forma di assistenzialismo.
Mettiamo in evidenza che i corsi di formazione per le donne, l’Ausilio Mensile-borsa di studio per le famiglie-donne e l’Ausilio Mobilità per le donne e gli educandi fuggono da qualsiasi forma di assistenzialismo.
È necessario mettere in evidenza che al Projeto Axé ogni intervento finanziario è SEMPRE accompagnato da un intervento pedagogico. L’Ausilio Mobilità è costruito e concepito da Projeto Axé come un sostegno economico avente un valore non esclusivamente materiale ma anche e soprattutto pedagogico. Infatti, ad ogni bambino, adolescente e giovane che riceve l’ausilio Mobilità è richiesta una presa di coscienza della sua condizione ed una assunzione di responsabilità verso un insieme di regole che, entrambe, gli attribuiscono una soggettività e potere decisionale di cui nessuno lo aveva prima di allora investito. Tale investitura ha una ricaduta economica ed educativa anche sulle famiglie, le quali, oltre a disporre di una cifra giornaliera per la mobilità dei ragazzi, sono assistite da progetto Axé e quindi coinvolte nel percorso pedagogico dell’educando.
Attraverso un’azione che può apparire esclusivamente di natura finanziaria, Projeto Axé in realtà attiva un percorso pedagogico dove il coinvolgimento tanto dell’educando quanto della famiglia – e la loro messa in relazione – è ritenuto fondamentale per loro stessi e per il futuro del Brasile.
La formazione, uno dei principi di Projeto Axé, si amplia attraverso il lavoro con le donne/famiglie, facendo con loro un percorso di riflessione sul contesto politico, economico e sociale, dall’analisi della situazione mondiale fino alla relazione che le famiglie stabiliscono al loro interno e con la comunità di appartenenza.
Axé considera la famiglia un soggetto di diritto, di conoscenza e di desiderio. Per fornire una formazione di qualità alle 400 donne/famiglie coinvolte, si è reso perciò necessario remunerare i professionisti. Le mamme dei nostri educandi appartengono al segmento più miserabile, analfabeta e escluso della popolazione di Salvador. Sono necessari per la loro formazione professionisti capaci di trasmettere in linguaggio facile e comprensibile conoscenze a volte molto sofisticate. Gli operatori che lavorano nell’Unità di Accompagnamento Familiare, istituita ormai da decenni, sono professionisti abituati, preparati e permanentemente formati per costruire spazi di dialogo e crescita con queste persone.
Ciascun beneficiario dovrà offrire la sua contropartita:
Miglioramento delle competenze professionali delle donne e aumento delle opportunità lavorative; miglioramento nell’accesso a servizi di salute sessuale e riproduttiva e violenza di genere e aumento della consapevolezza di donne e adolescenti su queste tematiche; inclusione sociale di giovani e bambini attraverso l’organizzazione di attività formative e socio-educative che projeto Axé terizza e applica da 28 anni di attività e ricerca sul campo.
Le foto sono del nuovo Axébusú modello Mercades decorato dall’artista baiano Juarez Paraiso. Rinnovato nel 2015 grazie ai fondi della CEI, è l’unità mobile per gli educatori di strada.
È nell’ambito del lavoro dell’Educazione di Strada che si inserisce un’unità mobile, costruita trasformando un autobus in una ludoteca, biblioteca, e cineteca per i bambini-adolescenti-giovani di strada.
Questa unità mobile, chiamata AXEBUSÚ (AUTOBUS DI AXÈ), è di grande importanza in quanto funziona come spazio di transizione e di incontro tra le strade e le unità di accoglienza socio-educative e di formazione arteducativa di Projeto Axé. Pur viaggiando in luoghi pubblici, questa unità mobile permette la realizzazione di attività che di norma sono realizzate in spazi privati, come la lettura, i giochi da tavola, i momenti di dialogo e di ascolto piú riservati, ecc….
L´AXÉBUSÚ facilita l´acquisizione di conoscenze necessarie ai bambini, adolescenti, e giovani di strada nel loro processo di transizione e ritorno alla vita scolastica, comunitaria e familiare.
Nel dialetto locale dei bambini più poveri, a Salvador, la parola ônibus (autobus) si trasforma in “busú” e da qui il nome dato a questa unità di strada. L´AXÉBUSÚ funziona anche come strumento di comunicazione, nella misura in cui è avvistato da lontano dai bambini e ne annuncia l’arrivo e, con esso, quella degli educatori di strada di Projeto Axé, che testimoniano, con la loro presenza e pratica, la possibilità di un futuro migliore.
Il Progetto Familíaxé è interamente realizzato con il sostegno di:
“DOORS – porte aperte al Desiderio come OppOrtunità di Rigenerazione Sociale” Contesto In Italia circa 1 milione di bambini, adolescenti e giovani (sotto i 18 anni) vive in condizioni di […]
Per saperne di più…In Italia circa 1 milione di bambini, adolescenti e giovani (sotto i 18 anni) vive in condizioni di povertà educativa. Tale espressione è stata coniata da Save the Children che nel suo report del 2017 la definisce come:
“la privazione da parte dei bambini e degli adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. Per un bambino, povertà educativa significa essere escluso dall’acquisizione delle competenze necessarie per vivere in un mondo caratterizzato dall’economia, della conoscenza, dalla rapidità e dall’innovazione. Allo stesso tempo, povertà educativa significa anche la limitazione dell’opportunità di crescere dal punto di vista emotivo, delle relazioni con gli altri, della scoperta di se stessi e del mondo.”
Per contrastare tali effetti è sempre più necessario l’impegno congiunto delle istituzioni e della società civile che devono condividere presupposti teorici e pratiche educative, valori e volontà di salvaguardare i diritti dei minori.
Della durata di 3 anni con l’obbiettivo primario di contrastare il fenomeno della povertà educativa, il progetto prevede la partecipazione di da 28 realtà dislocate su 5 regioni: Piemonte, Lombardia, Lazio, Abruzzo, Marche e Calabria.
Il progetto prevede il coinvolgimento nel partenariato di più di 10 istituti scolastici. Propone un Modello Educativo Integrato che possa contrastare la povertà educativa di ragazzi/e di fascia di età tra 10 e i 14 anni.
Il progetto interviene in contesti caratterizzati da significativi fenomeni di povertà educativa e culturale, degrado socio-economico, dispersione scolastica, discriminazione e razzismo. Propone un Modello Educativo Integrato basato sulla Pedagogia del Desiderio, accostata alle STEM (e STREM), per contrastare la povertà educativa dei minori, partendo dalla cura dei loro bisogni e dall’attivazione della comunità.
Il modello, costruito insieme al partenariato in coprogettazione, è il frutto dell’esperienza di molti professionisti che quotidianamente lavorano con e per minori tra scuola, istituzioni e territorio.
Il progetto, che verrà sperimentato a livello nazionale, sarà validato e valutato in itinere ed ex post per essere successivamente replicato in altri contesti socio-educativi, formali e non formali. Il modello si fonda su una teoria pedagogica e su una metodologia innovativa .
La base teorica di riferimento è la Pedagogia del Desiderio, teorizzata da Marcoso Antonio Candido Carvalho educatore, formatore ed analista, direttore dell’area di Arteducazione di Projeto Axé Brasile.
La Pedagogia del Desiderio è adottata da Axé Brasile di cui ha la totale paternità insieme ad Axé Italia con cui ne condivide la proprietà intellettuale. Essa presuppone che l’arte è educazione e riconosce i bambini, adolescenti e giovani come soggetti di diritto, conoscenza e desiderio.
Progetto Axé Italia collaborerà alla buona riuscita del progetto garantendo la sua collaborazione nelle diverse azioni previste. Svolgerà percorsi di formazione per insegnanti e operatori, attività di supporto e sostegno alla genitorialità e di assistenza tecnica per la validazione del modello educativo integrato.
Il primo anno di progetto Axé Italia svolgerà incontri finalizzati a fornire le conoscenze teoriche della Pedagogia del desiderio a tutti gli operatori che partecipano al progetto. Il secondo e terzo anno gli incontri di formazione saranno finalizzati ad una analisi tecnica della pratica volta a convalidare il modello che il presente progetto presenta e sperimenta.
Nel corso dei tre anni di progetto Axé Italia svolgerà anche nella città di Milano dei percorsi di sostegno alla genitorialità per le famiglie e percorsi di formazione per gli insegnanti. Parteciperà infine ai Focus Group finalizzati a valutare il modello in sperimentazione.
Il Progetto è interamente finanziato da Con I Bambini – Impresa Sociale, attraverso il Bando NUOVE GENERAZIONI – Graduatoria B vinto nel luglio 2018.
Tre anni: dal 15 aprile 2019 al 15 aprile 2022
Obbiettivo Generale: promuovere il benessere e la crescita armonica dei minori nella fascia di età 10-14 anni, in particolare quelli a rischio o in situazione di vulnerabilità e prevenendo precocemente varie forme di disagio.
Dunque:
Obiettivo specifico: aumentare le opportunità di accesso alla cultura e alla bellezza, al sostegno socio-affettivo e all’apprendimento di competenze cognitive.
Ogni azione di progetto tende a favorire il riconoscimento ad ogni soggetto dei propri desideri e delle proprie vocazioni per sviluppare conoscenze e abilità, passando da una situazione iniziale di senso di inadeguatezza a quella della scoperta delle possibilità per ridisegnare il proprio futuro.
Principali azioni proposte:
– Diretti: alunni IV e V anno della scuola primaria (1923); e dei 3 anni della scuola secondaria I grado (4939); minori frequentanti i presidi territoriali; genitori e famiglie (2876); insegnanti e educatori (778); operatori socio-culturali/socio-sanitari e referenti servizi territoriali (472).
– Indiretti: insegnanti, famiglie e minori non direttamente coinvolti nelle attività, ma che risiedono nei pressi delle scuole o dei presidi territoriali; referenti istituzionali; media; cittadinanza.
La metodologia si sviluppa a 2 livelli: in ogni territorio si identificano almeno un presidio territoriale e un presidio scolastico, o, nel caso di Torino, il coinvolgimento di comunità afferenti a diverse scuole.
La caratteristica fondamentale del modello proposto risiede nella relazione sinergica e continuativa tra la scuola e i presidi territoriali, con il valore aggiunto dell’integrazione metodologica e degli approcci educativi.
La sfida è quella di far comunicare i presidi territoriali facendo in modo che gli studenti svolgano parte delle attività a scuola (in orario scolastico ed extra-scolastico) e parte in spazi e strutture fuori da essa, a partire dai Presidi Educativi Territoriali già esistenti che rappresentano dei poli di eccellenza di educazione non formale, che hanno già avviato importanti sperimentazioni di didattica innovativa da trasferire nella scuola.
La comunità educante si stringe intorno a questi presidi e, favorendo la comunicazione fra le istituzioni (tra cui la scuola) e la società civile (associazioni, comunità migranti ecc.), agisce in favore dei ragazzi/e per aiutarli a superare il disagio socio culturale, pareggiare le opportunità, contrastare le cause della povertà educativa.
I Presidi rappresentano delle porte aperte (DOORS) che favoriscono lo scambio e la dialettica tra il dentro e il fuori: dentro la scuola e fuori sul territorio; dentro la famiglia e fuori, nei luoghi di incontro sociale.
Tutti gli scambi verranno sanciti da Patti Educativi Territoriali (PET) tra Scuola, Ente locale, Associazioni e Presidi educativi. Tra gli approcci partecipativi e cooperativi, emerge la pratica ArtEducazione che il presente modello intende introdurre nel sistema-scuola.
– C.I.E.S. Onlus; Progetto Axé Italia Onlus; Coperativa Sociale Temo per l’Infanzia; Comune di Milano; Human Foundation Do&Think Tank per l’Innovazione Sociale; Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione; Associazione Socio Culturale Ponti Pialesi; Istituto Comprensivo Marco Polo; Associazione culturale Affabulazione; Istituto Comprensivo; Associazione Culturale Magazzino dei Semi; Istituto Comprensivo “Via Giuliano da Sangallo”; Comune di Roma – Municipio X; IC Angelica Balabanoff; PDP Free Software User Group; Istituto Comprensivo Dante Alighieri; Istituto Comprensivo L. Pini; Istituto Comprensivo E. Mattei; Comune di Roma – Municipio I; Società Cooperativa Sociale Attività Laboratorio di Intervento Culturale Educativo; A.L.I.C.E.; Agenzia per lo Sviluppo Locale di San Salvario onlus; Associazione MOM; Istituto Comprensivo “via Ferraironi”; Istituto Comprensivo Giovanni XXIII; Istituto Comprensivo Italo Calvino; Asinitas onlus; Amref Health Africa Onlus; Istituto Comprensivo Italo Carloni.
Il progetto è interamente finanziato da:
Il progetto DOORS 2017-GEN-00414 è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org
“Projeto Axé per raggiungere sogni e desideri e attuare una trasformazione sociale.” Contesto Ancora oggi nello stato di Bahia, migliaia di persone sono confinate nelle favelas, costrette a vivere sotto […]
Per saperne di più…Contesto La periferia orientale di Napoli dove lavora quotidianamente l’associazione Maestri di Strada, è una zona socialmente ed economicamente depressa in cui si concentra una realtà umana che molto spesso […]
Per saperne di più…Contesto
La periferia orientale di Napoli dove lavora quotidianamente l’associazione Maestri di Strada, è una zona socialmente ed economicamente depressa in cui si concentra una realtà umana che molto spesso vede annientata la sua dimensione di comunità. L’esclusione sociale e la scarsa partecipazione alla vita comunitaria si manifestano in una serie di fenomeni quali:
La gravità della situazione descritta richiede da parte degli operatori – educatori, docenti, assistenti sociali ecc. – e degli adulti responsabili della cura educativa dei giovani, alcune competenze e conoscenze che devono essere acquisite tramite una formazione permanente e continua.
L’arteducazione – definita dal Progetto Axé come strumento operativo della Pedagogia del Desiderio – rappresenta nelle situazioni più difficili la pratica educativa preferenziale che consente alla giovane persona di uscire dalla condizione di difficoltà, di passività e dall’astenia del desiderio.
Il bisogno della società a cui il Progetto A-Scetate intende rispondere è dunque quello di integrare una sua parte negletta, consentendo a questa di accedere alla cittadinanza come conseguenza dell’attivazione del desiderio.
La ‘formazione continua degli operatori’ rappresenta la condizione necessaria per soddisfare questa esigenza. Essa si svolge sul campo nella forma di ricerca-azione e spesso congiuntamente ai destinatari del progetto. Ciò appare imprescindibile in quanto gli operatori hanno necessità di formarsi contemporaneamente all’arte, alla comunicazione empatica, all’attivazione di reti comunitarie: un processo di ‘formazione congiunta’ che necessita della partecipazione attiva dei destinatari, i quali, da meri beneficiari delle azioni proposte si trasformano in interlocutori e protagonisti attivi degli interventi.
Sintesi del progetto
Con inizio nel 2019 e con la durata di 18 mesi, Il progetto A-SCETATE nasce dall’incontro dell’esperienza educativa nel territorio napoletano dei “Maestri di Strada” con “Projeto Axé”, organizzazione no-profit che si occupa del recupero di ragazzi di strada a Bahia, in Brasile. Le premesse alla base della teoria e pratica educativa delle due associazioni appaiono vicine fra loro: la Pedagogia del Desiderio ideata da progetto Axé rievoca il sogno educativo teorizzato da Danilo Dolci – ‘Ciascuno cresce solo se sognato’ – a cui è ispirata l’intera esperienza educativa dei Maestri di Strada.
In questo progetto congiunto Axé porta le sue competenze in materia di Arteducazione e Pedagogia del Desiderio, mentre l’associazione Maestri di Strada porta il suo radicamento nel territorio e la sua competenza ed esperienza nello sviluppo della collaborazione con le scuole e con i docenti per lo sviluppo di una comunità educante fondata sulle attività riflessive condotte con il metodo della multivisione.
Obbiettivo
Promuovere l’inclusione sociale dei giovani provenienti da contesti svantaggiati e garantire ai giovani a rischio di esclusione sociale e/o dispersione scolastica di partecipare alla vita culturale della comunità e di esprimere la loro stessa identità culturale attraverso la metodologia dell’arteducazione.
Attività
Intervento a supporto della crescita personale dei giovani allievi integrato con la formazione di educatori, arteducatori, docenti alle metodologie dell’arteducazione e dell’educazione di comunità. L’intervento si divide in 2 tipi:
Ruolo di Progetto Axé
Finanziatori
Il progetto è sostenuto tramite un cofinanziamento al 50% dalla Fondazione con il Sud, la quale si è resa disponibile ad espandere l’Arteducazione e la Pedagogia del Desiderio sul territorio napoletano, (zona sud-est Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio).
La Fondazione San Zeno e la Fondazione Prosolidar sono i partners finanziatori che hanno deciso di sostenere il progetto con particolare rilevanza per ciò che attiene alle attività nelle scuole.
Strategia d’intervento
Intervento a supporto della crescita personale dei giovani allievi integrato con la formazione di educatori, arteducatori, docenti alle metodologie dell’arteducazione e dell’educazione di comunità.
Gli esperti di arteducazione sono forniti da Axé Italia e da alcuni dei partner coinvolti nel progetto. La formazione ai dispositivi dell’educazione di comunità – insegnamento cooperativo, classi cooperative, metodo riflessivo della multivisione – viene realizzata da esperti di Maestri di Strada.
L’intervento si divide in 2 tipi di azioni: azioni base per la diffusione della metodologia dell’arteducazione; azioni avanzate di ricerca e sviluppo che si realizzano nei contesti scolastici ed extrascolastici. La metodologia di lavoro è centrata sui seguenti elementi:
Metodologia
“Projeto Axé” basa la sua azione su due principi: la Pedagogia del Desiderio e l’ArtEducazione. Il termine ‘desiderio’ indica una vocazione, un sogno riguardante la propria vita.
Il compito dell’educatore è quello di permettere a chiunque di riconoscere ed esprimere il proprio desiderio, scoprendo così la propria strada e la propria vocazione.
La sua azione è volta a stimolare i bambini, permettendo loro di recuperare la capacità di desiderare e sognare: attraverso la fruizione del Bello e la sperimentazione dei linguaggi artistici, quei bambini “ che nessuno vuole”, costretti a identificarsi con un futuro inesorabile e senza speranza, diventano capaci di scoprire e riconoscere la bellezza, di diventarne loro stessi artefici e così di intraprendere un percorso di trasformazione volto alla costruzione della loro identità e del loro futuro.
La base di tale Pedagogia del Desiderio è l’ArteEducazione, ovvero l’educazione del bambino attraverso la danza, la capoeira, la musica, e le arti visuali. L’arte rappresenta il fulcro vitale dell’educazione e piuttosto che un metodo per intrattenere i ragazzi l’arte è riconosciuta essa stessa educazione, un suo fondamento imprenscindibile e dunque non come un mezzo a servizio dell’educazione.
Parallelamente a quest’esperienza, si sviluppa in maniera indipendente quella del gruppo dei Maestri di strada. Al centro delle azioni vi è l’idea che il sogno – il desiderio, la vocazione del giovane si alimenti e possa crescere in relazione alla capacità dell’educatore – o del sistema educativo – di sognarlo, in un gioco reciproco di rispecchiamento che fa crescere entrambi gli interlocutori della relazione educativa.
Una delle specificità del lavoro dei Maestri di Strada è quella di creare un ponte fra scuola e territorio, lavorando sia all’interno che all’esterno del Associazione Maestri di Strada ONLUS contesto scolastico attraverso i ‘laboratori di arteducazione’ destinati a giovani delle fasce più vulnerabili.
Anche in questo caso, l’arte non si configura quale passatempo o ‘linguaggio alternativo”, ma è linguaggio primigenio del desiderio a monte della parola, contenuto in una relazione educativa. Il lavoro sul campo è inoltre accompagnato dalla costante attività riflessiva dei “gruppi multivisione”, cuore della metodologia adottata dai Maestri di Strada, in cui sono coinvolti educatori e psicologi impegnati nella azioni educative.
La multivisione è il luogo fisico e mentale in cui il sogno si rinnova, in cui è possibile ritrovare la strada quando il lavoro educativo si carica di difficoltà originate da vincoli culturali ed emotivi posti da ambienti di vita spesso ostili alla missione educativa.
Le traiettorie dei due gruppi erano dunque destinate ad incrociarsi, dando così inizio ad un intenso scambio umano e professionale. L’evoluzione naturale di questo incontro è lo sviluppo di un progetto congiunto per la diffusione della consolidata metodologia pedagogica del Progetto Axé e dei gruppi educativi riflessivi sperimentati dai Maestri di strada, quali modelli replicabili nella complessa realtà giovanile del nostro paese.
Tale progetto raccoglierà i maggiori punti di forza delle rispettive esperienze: da una parte, la Pedagogia del Desiderio e la metodologia dell’arteducazione elaborata dal progetto Axè; dall’altra, i gruppi di multivisione sperimentati dai Maestri di strada a supporto del lavoro svolto in collaborazione con istituti scolastici del territorio, nell’ottica di uno sviluppo di una comunità educante strutturata e permanente.
Leggi le news del primo anno di Progetto:
– Dal grembo alla nascita: musica-arte-teatro-educazione
– Pubblicazione Bando: ASCETATE – L’ARTEèEDUCAZIONE
– “La strada Maestra” Formazione progetto A-scetate
Vai al blog del progetto per gli ultimi aggiornamenti:
https://www.esperienzeconilsud.it/ascetate/
Il progetto è finanziato da:
Spazio Arteducazione Milano Il contesto La Zona 2 di Milano che comprende i quartieri di Via Padova,Adriano, Rizzoli rappresenta uno spicchio di città particolarmente disomogenea economicamente, socialmente e culturalmente. In […]
Per saperne di più…La Zona 2 di Milano che comprende i quartieri di Via Padova,Adriano, Rizzoli rappresenta uno spicchio di città particolarmente disomogenea economicamente, socialmente e culturalmente. In questa area si sono progressivamente inserite famiglie migranti via via sempre più numerose, e oggi la presenza straniera è pari al 26,13% della popolazione (mentre a livello cittadino è pari al 17,65%).
Tra la popolazione straniera c’è un’elevata presenza giovanile: il 32,70% (0-19 anni) rispetto al totale di stranieri residenti. Incremento della dispersione scolastica, diffusione di micro conflittualità e atti di intolleranza e vandalismo verso l’arredo urbano sono alcuni degli elementi che portano alla disaffezione dei giovani e giovanissimi verso i luoghi e gli spazi di questo territorio.
Su questo territorio, emerge la presenza di un numero non irrisorio di preadolescenti, adolescenti fortemente disorientati, con storie complesse alle spalle, con genitori assenti o in forte difficoltà. Si tratta in molti casi di ragazzi, italiani e stranieri, che hanno esordi problematici sempre più precoci: abuso di sostanze stupefacenti, atti vandalici di gruppo verso i beni comuni, atti di bullismo verso i pari e verso gli adulti, furti nelle scuole e nei supermercati di quartiere ecc.
Lo Spazio ArtEducazione è un progetto che nasce nel marzo del 2015 nella seconda municipalità di Milano a due passi dalla multietnica Via Padova. Si fonda sui principi di Projeto Axè e rivolge le sue attività ai ragazzi di Milano, in particolare a quelli appartenenti ai gruppi più vulnerabili e a rischio di esclusione sociale. Nata dalla collaborazione tra diverse realtà del mondo associativo ed istituzionale oggi lo Spazio è cogestito dal Comune di Milano– Direzioni Educazione – Area Servizi scolastici ed educativi, dalla Cooperativa tempo per Tempo Per l’Infanzia e da Progetto Axé Italia ONLUS.
Lo Spazio ArtEducazione di Milano si propone di proteggere i diritti dei giovani, in primo luogo il diritto all’educazione e alla bellezza. Il Comune di Milano ha messo a disposizione gli spazi presso la scuola Rinaldi in via Pontano 34 e offerto la professionalità di alcuni educatori del SEA i quali partecipano attivamente al progetto.
Le dimensioni educativa ed artistica sono concepite come congiunte nelle pratiche pedagogiche dello Spazio. Il processo educativo che si svolge all’interno del progetto affonda le sue radici nel valore etico-pedagogico dell’Arte.
Questa non è ritenuta strumento ma fondamento dell’azione educativa. È stato Progetto Axé Brasile a coniare l’espressione ArtEducazione e a dare il nome al progetto, avendo sperimentato nei suoi 28 anni di vita come l’Arte (intesa come sinonimo di Bellezza), in tutte le sue manifestazioni e linguaggi, sia la scintilla e il motore di un processo di trasformazione nei bambini e nei ragazzi di strada di Salvador Bahia.
È dunque la fruizione della Bellezza e la produzione di manifestazioni artistiche a restituire dignità, identità e consapevolezza per attuare una metamorfosi nella loro esistenza e un cammino verso la riconquista della cittadinanza.
Lo Spazio Arteducazione eredita questa esperienza feconda facendola sua e calandola in una delle tante aree vulnerabili della città di Milano permettendo a quei giovani che più di altri sono a rischio di esclusione di godere e produrre Arte e Bellezza, avviandoli verso un cammino di cittadinanza.
La metodologia ArtEducativa agisce come veicolo di lotta all’esclusione sociale e promuove la crescita di una società capace di garantire i diritti alle giovani generazioni.
Accanto all’attenzione per i ragazzi, per i quali sono previste attività artistiche e di sostegno alla scuole e alla crescita umana e relazionale, lo Spazio ArtEducazione si propone di valorizzare le diverse figure professionali che operano con i giovani in difficoltà, nella convinzione che solo i professionisti qualificati siano la garanzia per un’azione di educazione di qualità rivolta a chi non ha nulla o ha molto poco.
Per questo lo Spazio ArtEducazione prevede al suo interno anche attività specifiche indirizzate a educatori, artisti, assistenti sociali e insegnanti, riconoscendo in tal modo il loro diritto fondamentale alla formazione professionale.
Favorire processi virtuosi di inclusione sociale dei ragazzi/e con la metodologia arteducativa, rivolgendosi soprattutto a quei soggetti a rischio di emarginazione causata da povertà culturale, sociale e relazionale, attraverso la creazione di un presidio territoriale stabile e permanente.
Il Progetto è rivolto alle ragazze e ai ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni in condizione di povertà educativa, sia italiani che stranieri, e con le loro famiglie. Tra questi particolare attenzione viene rivolta a:
La realizzazione dello Spazio Arteducazione Milano è stata possibile grazie alla collaborazione degli enti partners, sin dal 2014 grazie a finanziamenti privati e al cofinanziamento del Comune di Milano.
Nel corso degli anni sono state molteplici i finanziatori, tra cui: Fondazione Cariplo, Fondazione Altamane, Fondazione Prosolidar.
Attualmente lo Spazio è sostenuto da un bando pubblico promosso dal Comune di Milano e da alcuni progetti vinti.
Presentiamo un video di presentazione registrato da Fiorella Mannoia in occasione del lancio del Progetto nel 2015, pubblicato dall’Ufficio Stampa del Comune di Milano
… è proprio la felicità che svincola il felice dall’ingranaggio dei destini… felicità e beatitudine conducono fuori dalla sfera del destino…
Walter Benjamin
L’ArtEducazione, pilastro imprescindibile del lavoro educativo di Axé, è una parola che afferma che è impossibile educare senza l’arte, la bellezza, l’estetica.
Questa è più di una teoria pedagogica.
È una scoperta illuminante: la scoperta che è solo attraverso la bellezza che il bambino si svincola dall’ingranaggio di un destino, quello della vita di strada, a cui si sente condannato.
Cesare fece questa scoperta insieme a Paulo Freire, una presenza costante nei primi anni del Projeto, grazie ad un ascolto attento dei meninos de rua, ad una volontà di capire a fondo la loro vita di strada. Sono stati i bambini a far capire ai primi educatori che si confrontarono con loro questa profonda verità.
Di fonte al fenomeno dei Meninos de Rua che popolano le strade di Salvador, ci si è chiesto: come stimolare, come accendere una scintilla nei bambini, adolescenti e giovani che, privati dei diritti fondamentali dell’infanzia, sono abbandonati e costretti a vivere in strada a contatto con la miseria, il narcotraffico e la prostituzione? Come innescare un processo di trasformazione che, se vuole essere una educazione alla libertà, deve sempre essere sempre primariamente voluto dagli educandi stessi?
Bambini e bambine di strada non hanno bisogno di assistenza – infatti sono ottimi imprenditori di se stessi, capaci di procurarsi cibo e un luogo dove dormire – ma necessitano di un percorso che li conduca alla riscoperta di se stessi e delle loro potenzialità.
È l’arte la potenza trasformatrice. Nessuno strumento, nessuna forza, nessuna energia è così capace di entusiasmare quanto le manifestazioni artistiche. Essa suscita nel bambino una duplice esplosione, perché egli si scopre ammiratore e fruitore meravigliato di bellezza ma anche artefice e produttore in prima persona dell’opera d’arte.
Ricorda Cesare: “Quando abbiamo visto in strada i bambini danzare la Capoeira, abbiamo visto i bambini fare percussioni sui banchi di legno delle piazze di Salvador, abbiamo visto i bambini canticchiare le musiche brasiliane, abbiamo capito che l’arte è indispensabile perché questi bambini sentano il piacere dell’educazione, e insieme al coordinamento pedagogico abbiamo messo anche il coordinamento di arte. Abbiamo continuato a camminare a percorrere questa strada dell’educazione da un lato e dell’arte dall’altro, ma ad un certo momento abbiamo cominciato a pensare: Perché arte e educazione? Tutt’e due hanno la stessa missione, che è la trasformazione dell’essere umano. E allora abbiamo fuso i due coordinamenti, abbiamo tirato via il trattino e abbiamo scritto arteducazione con un’unica parola.”
L’ArtEducazione è una verità ed una scoperta che ogni educatore ancora oggi fa nel dialogo con i ragazzi che gli vengono incontro nelle strade di Salvador.
Il bambino è soggetto di diritto, soggetto di conoscenza, soggetto di desiderio: questa è l’idea rivoluzionaria alla base della Pedagogia del Desiderio.
Posti di fronte alla realtà dei ragazzi di strada, che vivono in una condizione che li spinge a dichiarare, ripetute volte, di “non avere niente da perdere”, Cesare e gli altri educatori hanno dovuto battere a tutte le porte per trovare una risposta pedagogica e umana adeguata:
Così nasce l’idea della Pedagogia del Desiderio, consolidatasi man mano che Projeto Axé inserì istituzionalmente “la psicanalisi tra i referenti teorici per interpretare la realtà dei bambini e bambine con cui lavora e, di conseguenza, per orientarsi nella sua pratica educativa”, come scrive il coordinatore dell’area Arteducativa di Axé Marcos Candido in un saggio.